Uno degli adempimenti più invisi ai contribuenti è la dichiarazione di successione: non solo perché si inserisce in un momento in cui il dolore per la scomparsa del familiare non consente di dedicarsi alle infinite trafile burocratiche, ma anche perché ad essa è collegato il pagamento di oneri tributari tutt’altro che leggeri. Ecco perché si tende sempre a rimandare l’assolvimento di quest’obbligo quanto più possibile.
Per fortuna la legge consente non solo di delegare l’adempimento a un’altra persona (che, di solito, è il commercialista) ma di provvedervi anche entro termini ragionevoli, non particolarmente ravvicinati al decesso. Quanto tempo c’è per fare la successione? E soprattutto, che succede se non si rispettano i termini imposti dalla normativa? Cerchiamo di chiarirci le idee in questa breve guida.
Chi deve fare la dichiarazione di successione?
La dichiarazione di successione spetta solo agli eredi e ai cosiddetti “legatari” (coloro cioè che hanno ricevuto in eredità un bene specifico e non una quota percentuale dell’intero patrimonio del defunto).

Chi rinuncia all’eredità non è tenuto a fare la dichiarazione di successione, ma ne deve dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate competente per territorio, a mezzo raccomandata a.r.. Alla lettera dovrà allegare copia autentica della dichiarazione di rinuncia. La dichiarazione di rinuncia deve essere resa ad un notaio o al cancelliere del tribunale nel cui circondario si è aperta la successione ed è soggetta a registrazione in termine fisso con applicazione dell’imposta fissa di registro di € 200.
Chi non deve fare la dichiarazione di successione?
La dichiarazione di successione non deve essere effettuata, oltre che nei casi di rinuncia all’eredità, anche quando l’eredità è devoluta al coniuge e/o figli e/o genitori e/o altri parenti in linea retta, se:
- ha valore non superiore a € 100.000;
- e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.
Tuttavia, se dovessero sopraggiungere dei beni ereditari che fanno aumentare il valore oltre il limite, gli eredi devono presentare la dichiarazione.
Leggi anche Dichiarazione di successione: come fare e quando.
Entro quanto tempo va presentata la dichiarazione di successione?
Vediamo ora quanto tempo c’è per fare la successione. Il termine per fare la successione è di 12 mesi che decorrono, in linea generale, dalla apertura della successione ossia dalla morte del cosiddetto de cuius.
Esistono però delle eccezioni per quanto attiene al decorso del termine. Eccole riportate nella tabella che segue.
Caso | Il termine decorre (1): |
rinuncia all’eredità o al legato | per gli altri obbligati, dalla data della rinuncia o dalla diversa data in cui dimostrino averne avuta notizia |
eventi sopravvenuti che fannovenire meno l’esonero dalla presentazione per coniuge e parenti in linea retta | dalla data della sopravvenienza |
eventi sopravvenuti che modificano eredità o legato o determinano imposta maggiore | dalla sopravvenienza o dalla diversa data in cui si dimostri averne avuto notizia (per dichiarazione sostitutiva) |
erede accetta l’eredità con beneficio d’inventario (entro il termine di 12 mesi dall’apertura) | dalla scadenza del termine stabilito per la formazione dell’inventario (o dalla sua chiusura) (2) |
chiamato all’eredità è ente non ancora costituito o non ancora riconosciuto | dal giorno in cui perviene all’ente la notizia del riconoscimento o del diniego |
nomina (successiva all’apertura della successione): – del curatore – dell’esecutore – del rappresentante legale dell’erede o legatario | dal giorno della notizia legale della nomina |
al momento del decesso o è dichiarato fallito nei 6 mesi da tale data | dalla chiusura del fallimento |
successione aperta a seguito di dichiarazione di assenza o di morte presunta | dalla data di immissione degli eredi nel possesso dei beni o, in mancanza, da quella in cui diventa eseguibile la sentenza dichiarativa di morte presunta |
(1) Del termine diverso da quello ordinario fruisce solo il soggetto per il quale esso è previsto; per gli altri coobbligati vale il termine ordinario.
(2) In caso di erede minorenne (che non abbia già accettato e fatto inventario tramite rappresentante legale), il termine decorre dal raggiungimento della maggiore età (Cass. 17 gennaio 2014 n. 841).
Perché conviene fare subito la dichiarazione di successione?
Nonostante la legge fissi un termine relativamente ampio per fare la successione, deve essere interesse degli eredi adempiervi quanto prima. Difatti, solo nel momento in cui viene presentata la dichiarazione di successione la banca sblocca il conto corrente del defunto, consentendo agli eredi di prelevare gli importi relativi alle propria quota di eredità.
In più se il defunto aveva dei crediti nei confronti di terzi, questi ultimi non sono tenuti ad adempiere nelle mani degli eredi finché non viene presentata appunto la dichiarazione di successione. Allo stesso modo, i detentori di beni che appartenevano al defunto non possono consegnare detti beni agli eredi, ai legatari e ai loro aventi causa.
Il datore di lavoro che deve versare agli eredi il Tfr maturato dal lavoratore che è morto quando ancora era in servizio, non deve richiedere la dichiarazione di successione. La deve invece richiedere se il lavoratore è deceduto dopo la cessazione del rapporto di lavoro ma prima del pagamento del suddetto Tfr.
Se invece non sussiste l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione, per ottenere il saldo del conto corrente, il pagamento o la restituzione dei beni del defunto, gli eredi e i legatari devono rilasciare apposita dichiarazione di insussistenza dell’obbligo; chi la riceve deve inviarla all’Agenzia delle Entrate entro 15 giorni.
Fonte: La legge per tutti